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Scusami...

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SCUSAMI...


Scusami
so ch’è un’ora assurda
per scriverti
per mettere sul bianco
di questo foglio
il nero
di quest’inchiostro
il mio parlare d’uomo
finto o sincero
che vive che convive
con la sua malattia
col suo dolore
di tutte l’ore
quotidiano
con il suo vano
forse sperare

Scusami
se ti scrivo in quest’ora
in cui riversa
questa città
la sua diversa
materia umana e disumana
nelle sue strade
in cui pervade
un’indicibile ambascia
l’anima nostra
mentre da lunge la notte sfascia
e rifascia
ogni ferita che fece il giorno
e vieta persino al nostro sogno
alle paterne case
l’agognato ritorno

Perdonami
se vergo queste
non alate parole
(non voleranno, no
alle porte del sole!)
se ancora riesco a farlo
mentre il rombo del mondo
m’assorda e un tarlo
antico mi ricatta
eterno senso di colpa
tormento che profondo
la coscienza e l’incoscienza rode

Perdonami
se in un istante
dimentico la Storia
e forse il mio destino
ma non potevo
negarti queste mie poche righe
ora le metto
qui nel cassetto
insieme all’altre molte
che già ti scrissi
che destino sarà che io ti scriva
e che ti spedirò il giorno
che saprò forse
che esisterai
che sarai viva.


 pietromenditto - 30/09/2010 12:13:00 [ leggi altri commenti di pietromenditto » ]

Un dolore espresso con compostezza poetica, senza sbavature, e un fonale che sorprende. Se mi permetti un consiglio (ma prendilo per quello che vale perché come ognuno puoi fare le scelte stilistiche che vuoi) cerca di evitare termini desueti o obsoleti. Ma, ripeto, è solo il consiglio di un "collega" che ha apprezzato la tua poesia. Ciao Giorgio, alla prossima.

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