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al testo di Giorgio Gramolini
Scusami...
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SCUSAMI...
Scusami so ch’è un’ora assurda per scriverti per mettere sul bianco di questo foglio il nero di quest’inchiostro il mio parlare d’uomo finto o sincero che vive che convive con la sua malattia col suo dolore di tutte l’ore quotidiano con il suo vano forse sperare
Scusami se ti scrivo in quest’ora in cui riversa questa città la sua diversa materia umana e disumana nelle sue strade in cui pervade un’indicibile ambascia l’anima nostra mentre da lunge la notte sfascia e rifascia ogni ferita che fece il giorno e vieta persino al nostro sogno alle paterne case l’agognato ritorno
Perdonami se vergo queste non alate parole (non voleranno, no alle porte del sole!) se ancora riesco a farlo mentre il rombo del mondo m’assorda e un tarlo antico mi ricatta eterno senso di colpa tormento che profondo la coscienza e l’incoscienza rode
Perdonami se in un istante dimentico la Storia e forse il mio destino ma non potevo negarti queste mie poche righe ora le metto qui nel cassetto insieme all’altre molte che già ti scrissi che destino sarà che io ti scriva e che ti spedirò il giorno che saprò forse che esisterai che sarai viva.
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pietromenditto
- 30/09/2010 12:13:00
[ leggi altri commenti di pietromenditto » ]
Un dolore espresso con compostezza poetica, senza sbavature, e un fonale che sorprende. Se mi permetti un consiglio (ma prendilo per quello che vale perché come ognuno puoi fare le scelte stilistiche che vuoi) cerca di evitare termini desueti o obsoleti. Ma, ripeto, è solo il consiglio di un "collega" che ha apprezzato la tua poesia. Ciao Giorgio, alla prossima.
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